Fundraising e crowdfunding: quali sono le differenze?

28 Novembre 2022

Fundraising e crowdfunding: quali sono le differenze?

Quando si tratta di finanziare organizzazioni senza scopo di lucro entrano in gioco due validi strumenti: fundraising e crowdfunding. Apparentemente simili, uno tradizionale e l’altro innovativo, presentano delle sottili differenze.

Prima di fare chiarezza, chi ne ha bisogno e perché?

Sono sempre di più le realtà che si basano sull’aiuto di finanziatori e donatori e tra queste ci sono le istituzioni culturali. L’Italia possiede uno straordinario patrimonio culturale e artistico diffuso, eppure è il settore più colpito dalla pandemia. La chiusura obbligatoria ha portato a una perdita considerevole e non solo economica; basti pensare che il settore museale nel 2020 ha perso il 75% dei visitatori e il 78% di introiti. La crisi, quindi, ha messo a nudo le fragilità del terzo settore e un’urgente, ma costante necessità:

come sostenere il mio museo?
come finanziare il mio spettacolo teatrale?
come trovare i fondi per un progetto o iniziativa culturale?

Cos’è il fundraising

Letteralmente vuol dire raccogliere (raising) fondi (fund). È l’insieme di azioni che permettono a un’organizzazione di raccogliere risorse economiche per sostenere progetti o iniziative. 

Si tratta di un’attività di marketing culturale molto usata nelle istituzioni culturali e dalle organizzazioni non profit. Il coinvolgimento di sostenitori e donatori che essa comporta con gli anni ha portato anche a un cambio di prospettiva: non è più solo una semplice “raccolta fondi” ma anche un’occasione per fare qualcosa insieme, realizzare un progetto e sostenerlo, diventare parte attiva di un processo. Lo scopo del fundraising è quindi quello di pubblica utilità e dunque il finanziamento non viene mai raccolto per progetti personali o ottenere un profitto.

E come si fa?

Il modello per eccellenza in Italia è l’Art bonus, un credito per erogazioni liberali a sostegno della cultura. L’agevolazione può essere fruita da tutti i soggetti, persone fisiche e persone giuridiche. Nello specifico è riconosciuto un credito di imposta pari al 65% dell’importo devoluto entro i seguenti limiti:

  • 5 per mille dei ricavi annui per i contribuenti titolari di reddito di impresa;
  • 15% del reddito imponibile per i contribuenti che non esercitano attività d’impresa.
Cos’è il crowdfunding

È prima di tutto un tipo di fundraising e, come suggerisce il nome stesso, crowd (folla) e funding (finanziamento), coinvolge più soggetti che scelgono di investire in una causa o un progetto.

L’incontro della domanda e dell’offerta avviene su piattaforme online che forniscono informazioni sui singoli progetti, perciò le relazioni tra i soggetti coinvolti sono praticamente inesistenti e più basate su obiettivi personali.

Inoltre, il crowdfunding ha una scadenza entro la quale l’importo prefissato deve essere raggiunto, altrimenti il finanziamento del progetto viene annullato. Infine, può essere orientato anche al profitto.

Il modello più usato in ambito culturale è il Reward, basato sul sistema donazione-ricompensa. Una delle prime piattaforme in Italia di questo tipo è sicuramente innamoratidellacultura.it. Il sito mette a disposizione una pagina web dove pubblicare i contenuti per raccontare l’iniziativa. Inoltre, vengono proposti servizi di consulenza e formazione per le proprie campagne di crowdfunding

Per concludere

Il fundraising tradizionale rimane la metodologia per eccellenza, ma l’arrivo del crowdfunding ha decisamente cambiato le carte in tavola permettendo un’attività più rapida ed economica.  Adesso che è più chiara la differenza tra le due attività, una volta definito l’obiettivo della raccolta fondi, sarà possibile valutare quale sarà la metodologia più appropriata.

Noi di Cultura REPublic ci occupiamo di fundraising e di piani di attività di marketing, basate sul fundraising per enti culturali.

Se hai bisogno di un preventivo, non esitare a contattarci.

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