Cultura REPublic: origini e intersezioni
31 Ottobre 2019Archeologia e sociologia, management dei beni culturali e scienze della comunicazione, storia dell’arte ed economia dei beni culturali, museologia e scienze politiche. Settori differenti, che in apparenza sembra non abbiano punti in comune. Un po’ come strade tangenziali.
E invece no. I punti in comune ci sono, eccome! E noi di Cultura REPublic ne siamo l’esempio.
Audience evaluation: circoli virtuosi e inversione del paradigma
La cultura è il minimo comune denominatore delle nostre esperienze, universitarie prima, lavorative poi. L’analisi del Patrimonio Culturale, la sua valorizzazione sotto differenti forme, la volontà di comunicare quanto di bello ci sia in questo nostro Paese, il desiderio di creare connessioni tra i produttori e i fruitori di cultura ci hanno fatto capire verso quale direzione volevamo incamminarci.
Ci siamo conosciuti grazie al progetto Valore Museo, rivolto ai musei toscani e frutto di una grande sinergia tra soggetti, istituzioni e realtà territoriali. Durante questa esperienza abbiamo gradualmente sviluppato la consapevolezza di quanto sia importante per un ente culturale conoscere ed entrare in sintonia con il proprio pubblico.
Abbiamo visto infatti che tutto diventa più funzionale e sostenibile se si cambia il punto di vista, se si mette il pubblico al centro delle politiche di gestione, se si analizzano i suoi desideri e i suoi bisogni. È solo partendo da cosa il pubblico pensa che si riescono a pianificare azioni di coinvolgimento a lungo termine, di fidelizzazione, di ricaduta sul territorio e di crescita di consapevolezza nel cittadino.
Siamo fermamente convinti che fare rete sia una risorsa: se crei connessioni tra isole felici (o meno felici!) e metti in relazione ambiti differenti, non togli spazi – anzi al contrario – ne crei di nuovi più grandi e più popolosi.
Ponti culturali: connessioni tra pubblici e pianificazione strategica
Per questo nasce Cultura REPublic che ha – già nel proprio nome – la volontà di creare un’idilliaca Repubblica della Cultura che non perde mai di vista il punto di partenza: il pubblico.
Vogliamo diventare operai della cultura che, mattoncino dopo mattoncino, costruiscono ponti. Quei ponti che servono a unire tangenziali che apparentemente nascono destinate a non incontrarsi mai.
Avremo imboccato la strada giusta? Noi crediamo proprio di sì.
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